In questo blog ci siamo già occupati di crisi d’impresa, sin dall’emanazione delle prime legislazioni. Iniziaimo, con questo post, alcuni approfondimenti sui diversi aspetti soprattutto di natura tecnica. Iniziamo però da principio e arriviamo a contestualizzare gli adeguati assetti organizzativi 2024.
Principali riferimenti normativi riguardanti il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII)
La nuova normativa sulla crisi d’impresa, introdotta con il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), ha portato importanti cambiamenti per prevenire e gestire le situazioni di difficoltà finanziaria delle imprese italiane. Di seguito si offre una panoramica, seppur sommaria e non esaustiva, sulle principali normative che si sono succedute.
1. Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII) – Decreto Legislativo 12 gennaio 2019, n. 14: Questo è il testo di riferimento che ha istituito il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, recependo la direttiva europea (UE) 2019/1023. Al suo interno si trovano le norme sugli adeguati assetti organizzativi e sugli obblighi per gli amministratori.
2. Decreto Legge 24 agosto 2021, n. 118, convertito con modificazioni dalla Legge 21 ottobre 2021, n. 147 – Questo decreto ha introdotto ulteriori modifiche e rinvii relativi alla gestione della crisi d’impresa, con particolare attenzione agli strumenti di allerta e alla possibilità di una ristrutturazione preventiva per salvaguardare la continuità aziendale.
3. Decreto Legislativo 17 giugno 2022, n. 83 – Questo decreto apporta ulteriori modifiche e perfezionamenti al Codice della Crisi, specificando e dettagliando le modalità con cui gli adeguati assetti e gli strumenti di allerta devono essere implementati nelle imprese.
4. Principi di revisione internazionali (ISA Italia) – Anche i revisori contabili devono rispettare obblighi specifici in materia di crisi d’impresa. I principi di revisione, emanati dall’International Auditing and Assurance Standards Board (IAASB), sono applicabili in Italia (ad esempio, ISA Italia 570 sulla continuità aziendale) e obbligano i revisori a segnalare eventuali rischi di crisi.
5. Direttiva Europea (UE) 2019/1023 – Questa direttiva sulla ristrutturazione preventiva e sull’insolvenza è alla base del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, imponendo agli Stati membri di adottare strumenti per facilitare la ristrutturazione delle imprese in difficoltà.
6. Decreto Legge 24 febbraio 2023, n. 13 – Questo DL ha apportato modifiche alla normativa sulla crisi d’impresa, allineandola agli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo decreto ha introdotto strumenti per rafforzare la composizione negoziata e migliorare la prevenzione delle crisi, puntando a ridurre i tempi di risanamento e ad agevolare la collaborazione tra debitori e creditori nelle procedure concorsuali.
7. Decreto Legislativo 13 settembre 2024, n. 136 – La normativa sulla crisi d’impresa ha recentemente subito aggiornamenti significativi. Questo decreto apporta modifiche per rendere le procedure di risanamento e liquidazione più rapide ed efficienti, migliorando la tutela dei creditori e la gestione della crisi. Tra i principali interventi ci sono:
- Prededucibilità dei crediti professionali: ora i professionisti coinvolti nel risanamento dell’impresa (avvocati, commercialisti) hanno una posizione di privilegio rispetto agli altri creditori, assicurando una protezione finanziaria per chi lavora alla risoluzione della crisi.
- Cram Down nei piani di ristrutturazione: viene semplificata l’omologazione dei piani di ristrutturazione anche contro il volere di alcune categorie di creditori, per evitare che resistenze ingiustificate blocchino il recupero dell’impresa.
- Modifiche alla liquidazione giudiziale: l’obiettivo è rendere questo processo più snello, riducendo costi e tempi delle procedure per aumentare la soddisfazione dei creditori.
Adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili
La normativa ha previsto che ogni impresa deve dotarsi di un sistema di “adeguati assetti organizzativi” in grado di rilevare tempestivamente i segnali di crisi. Ciò significa che l’impresa deve strutturare un’organizzazione che consenta:
- Il monitoraggio continuo della situazione finanziaria e patrimoniale.
- La capacità di prevedere i flussi di cassa.
- La possibilità di intercettare eventuali squilibri economico-patrimoniali e finanziari.
- L’obbligo di implementare meccanismi di reporting e controllo interno.
Obblighi del management e degli amministratori
Gli amministratori hanno l’obbligo di vigilare attentamente sugli indicatori di crisi e devono intervenire tempestivamente per evitare il peggioramento della situazione economica dell’impresa. Se non adottano le misure necessarie, possono essere ritenuti responsabili dei danni causati alla società.
Strumenti di allerta
La normativa ha introdotto degli strumenti di allerta (o segnalazione), che sono procedure finalizzate a rilevare e segnalare tempestivamente situazioni di difficoltà economica. Questi strumenti includono indicatori patrimoniali, finanziari e reddituali che dovrebbero permettere di identificare situazioni di potenziale insolvenza prima che diventino irreversibili.
Possibilità di ristrutturazione preventiva
La normativa punta a favorire la ristrutturazione preventiva dell’impresa in difficoltà per evitare il fallimento. Le aziende in crisi possono ora accedere a una serie di strumenti per negoziare con i creditori e riorganizzare i propri debiti, mantenendo la continuità aziendale.
Organismo di Composizione della Crisi (OCRI)
È stato istituito l’OCRI, che ha il compito di assistere l’impresa e i suoi creditori durante la procedura di composizione della crisi. L’OCRI interviene come mediatore tra le parti per agevolare una soluzione consensuale e rapida.
In sintesi, la nuova normativa è orientata alla prevenzione della crisi e alla gestione proattiva, piuttosto che all’intervento post-crisi. L’obiettivo è salvaguardare la continuità dell’impresa e tutelare tutti gli stakeholders, evitando danni economici estesi.
Approfondimento sugli strumenti di allerta
Gli strumenti di allerta sono stati introdotti per consentire alle imprese e ai loro organi di controllo di rilevare e affrontare precocemente situazioni di crisi, prevenendo situazioni di insolvenza irreversibili. Questi strumenti sono parte degli adeguati assetti organizzativi e si basano su indicatori economici, patrimoniali e finanziari che monitorano la salute dell’impresa, e sono regolati in dettaglio dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Vediamo i punti principali:
1. Obiettivi e Funzione
Gli strumenti di allerta servono a:
- Identificare i segnali precoci di crisi, permettendo ai dirigenti di intervenire prima che la situazione peggiori.
- Segnalare tempestivamente agli organi competenti (come l’Organismo di Composizione della Crisi d’Impresa, OCRI) i sintomi di difficoltà economica, così da avviare processi di risanamento.
- Prevenire l’insolvenza grazie a una gestione proattiva e a una ristrutturazione interna, evitando il fallimento e i conseguenti danni per creditori, dipendenti e altri stakeholder.
2. Indicatori di Crisi
Gli strumenti di allerta fanno uso di indicatori patrimoniali, finanziari e reddituali. Ad esempio:
- Indicatori patrimoniali: analizzano l’adeguatezza delle risorse patrimoniali per far fronte ai debiti a breve termine.
- Indicatori finanziari: osservano i flussi di cassa e la capacità dell’impresa di coprire le passività con le entrate correnti.
- Indicatori reddituali: esaminano i margini operativi e l’eventuale squilibrio tra costi e ricavi, un segnale di problematiche interne o di debolezza strutturale del business.
3. Ruolo dell’OCRI e la Segnalazione Obbligatoria
Quando gli indicatori di allerta segnalano una crisi, è previsto l’intervento dell’OCRI, un organismo incaricato di valutare la situazione e di assistere l’impresa nel recupero. Gli strumenti di allerta richiedono che determinati attori (come i revisori contabili o i membri del collegio sindacale) segnalino formalmente la crisi, se rilevano situazioni di pericolo per la continuità aziendale.
4. Composizione Negoziata
Una volta attivata l’allerta, l’impresa può scegliere la via della composizione negoziata: un processo assistito da esperti che punta a una soluzione concordata tra debitori e creditori, evitando la liquidazione giudiziale e riducendo i tempi e i costi delle procedure concorsuali.
Adeguati assetti organizzativi 2024 e indicatori di crisi
All’interno degli adeguati assetti organizzativi, gli indicatori di crisi sono strumenti essenziali per individuarne i segnali. Il Codice della Crisi d’Impresa specifica dettagliatamente come interpretarli per prevenire situazioni di insolvenza. Appresso l’approfondimento di ciascuna categoria di indicatori
1. Indicatori Patrimoniali – equilibrio patrimoniale
Questi indicatori verificano l’adeguatezza del patrimonio netto rispetto ai debiti a breve termine e alla capacità dell’impresa di finanziare il proprio capitale circolante:
- Rapporto tra attivo e passivo: Analizza la proporzione tra i beni e le risorse patrimoniali dell’azienda e i suoi debiti, indicando la capacità di ripagare le passività.
- Patrimonio netto positivo: Un patrimonio netto negativo può essere un segnale critico di crisi; quindi, è essenziale che il capitale dell’impresa sia sufficiente per coprire i debiti.
- Rapporto di indebitamento: Confronta i debiti con il patrimonio netto per valutare la stabilità finanziaria e la sostenibilità del debito a lungo termine.
2. Indicatori Finanziari – equilibrio finanziario
Gli indicatori finanziari osservano i flussi di cassa e la liquidità a disposizione dell’impresa per coprire le passività immediate e mantenere la continuità aziendale:
- Liquidity ratio: Misura la disponibilità di cassa per coprire le passività a breve termine. Un rapporto inferiore a 1 indica che l’impresa potrebbe non avere liquidità sufficiente per coprire i debiti imminenti.
- Cash flow operativo: Analizza i flussi di cassa generati dalle operazioni aziendali. Un flusso di cassa operativo negativo è un chiaro segnale di difficoltà nel mantenere l’attività senza dipendere da finanziamenti esterni.
- Coverage ratio: Questo indice misura la capacità dell’impresa di pagare i propri interessi con gli utili operativi, importante per valutare la sostenibilità del debito finanziario.
3. Indicatori Reddituali – equilibrio economico
Gli indicatori reddituali esaminano la redditività dell’impresa, cercando segni di squilibri tra ricavi e costi:
- Margine operativo lordo (EBITDA): Misura la redditività operativa. Un EBITDA basso o negativo indica che l’impresa fatica a generare utili sufficienti per coprire i costi operativi e rappresenta una minaccia alla sostenibilità aziendale.
- Indice di redditività del capitale investito (ROI): Valuta l’efficienza della gestione aziendale nel generare utili dal capitale investito. Un ROI basso è spesso un segnale di difficoltà operativa o inefficienza nell’uso delle risorse.
- Rapporto tra costi e ricavi: Un aumento dei costi non bilanciato da un incremento dei ricavi può portare a perdite, segnalando debolezze strutturali.
4. Ulteriori Indicatori (Scoreboard)
Per aiutare nella valutazione, è stato introdotto un “cruscotto” con un set di parametri elaborati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, che sintetizzano gli indici di crisi a livello settoriale e aiutano a verificare la solidità aziendale rispetto a benchmark di settore. Tale strumento è pensato per monitorare costantemente la situazione aziendale e agevolare la gestione proattiva della crisi.
Il “cruscotto” di indicatori di crisi, chiamato anche Scoreboard, è stato elaborato per fornire alle imprese uno strumento pratico per monitorare continuamente la propria situazione economico-finanziaria rispetto a parametri settoriali specifici. Questo sistema è stato ideato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili con l’obiettivo di aiutare le aziende a intercettare i segnali di crisi e ad agire preventivamente.
Adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili
Gli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili sono stati introdotti dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII) per consentire alle imprese di monitorare costantemente la propria situazione economica e finanziaria, rilevando tempestivamente i segnali di crisi. Questi assetti non sono altro che sistemi interni ben strutturati che le imprese devono adottare per garantire la continuità aziendale e la prevenzione delle crisi. Vediamo i dettagli principali:
1. Adeguati assetti organizzativi
- Struttura aziendale: L’impresa deve adottare un’organizzazione chiara, con compiti e responsabilità definiti per ogni livello gerarchico.
- Processi interni e deleghe: Devono essere stabiliti processi di gestione e deleghe adeguate, così da garantire che tutte le decisioni e azioni siano ben coordinate e monitorate.
- Comunicazione interna: È necessario che vi sia un sistema di comunicazione efficace per far circolare le informazioni, riducendo il rischio di incomprensioni o ritardi operativi.
2. Assetti Amministrativi
- Gestione finanziaria: L’impresa deve dotarsi di strumenti per la gestione finanziaria, come budget, flussi di cassa e controllo dei costi, per evitare squilibri economici.
- Controllo interno: È importante che esistano procedure di controllo interno per monitorare costantemente l’efficienza delle operazioni aziendali, la conformità alle norme e la gestione dei rischi.
- Supervisione del management: Gli amministratori hanno la responsabilità di monitorare gli indicatori di crisi, intervenendo tempestivamente se emergono segnali di difficoltà.
3. Assetti Contabili
- Sistema contabile strutturato: L’impresa deve disporre di un sistema contabile accurato e aggiornato, con documentazione chiara e precisa delle operazioni economiche.
- Bilanci previsionali e reporting: Il Codice richiede bilanci previsionali per valutare la sostenibilità finanziaria e flussi di cassa proiettati, che facilitano la rilevazione di possibili crisi.
- Rapporto con i revisori contabili: Per le aziende che li richiedono, il rapporto con i revisori contabili è fondamentale per verificare la correttezza e la trasparenza dei bilanci e per fornire un ulteriore livello di controllo e supervisione.
Funzione degli adeguati assetti organizzativi
Gli adeguati assetti organizzativi pdf sono obbligatori per tutti gli imprenditori, sia individuali che collettivi, e mirano a
- Prevenire la crisi: Attraverso il monitoraggio costante dei dati economici e finanziari, l’azienda può intercettare segnali di difficoltà e adottare contromisure.
- Assicurare la continuità aziendale: Con assetti ben strutturati, l’impresa può rispondere prontamente a imprevisti o shock economici.
- Rispondere alle normative: Il rispetto degli adeguati assetti è ora un obbligo di legge, e il mancato adempimento può comportare responsabilità personali per gli amministratori e i dirigenti.
FAQ – Adeguati assetti organizzativi
Cos’è il DSCR negli adeguati assetti organizzativi?
il DSCR (Debt Service Coverage Ratio) rientra tra gli indicatori di crisi e viene utilizzato per misurare la capacità dell’impresa di sostenere il proprio debito attraverso i flussi di cassa operativi. È un indicatore finanziario molto importante nella valutazione della solvibilità aziendale e quindi è incluso nello Scoreboard degli indicatori di crisi per monitorare la sostenibilità finanziaria di un’impresa.
A cosa serve il DSCR negli adeguati assetti organizzativi?
Il DSCR indica il rapporto tra il flusso di cassa operativo disponibile (cioè l’utile operativo più eventuali rettifiche non monetarie, come ammortamenti) e gli impegni finanziari di breve termine (principalmente i pagamenti di interessi e capitale sui debiti). Il rapporto è Flusso di cassa operativo/Debiti di ML scadenza
Come deve essere interpretato il DSCR?
DSCR < 1: L’impresa genera flussi di cassa insufficienti per coprire i pagamenti dovuti, suggerendo difficoltà finanziarie imminenti.
DSCR = 1: L’impresa riesce a coprire il debito, ma non ha margine per affrontare eventuali imprevisti.
DSCR > 1: L’impresa ha una copertura adeguata per il servizio del debito, con un margine di sicurezza maggiore.
Qual è il ruolo del DSCR nella gestione proattiva della crisi?
Monitoraggio del Rischio di Insolvenza: Aiuta a individuare precocemente situazioni di crisi, consentendo all’impresa di intraprendere azioni correttive prima che la situazione diventi critica.
Conformità ai Requisiti Normativi: Essendo uno degli indicatori finanziari di riferimento, un DSCR basso può innescare segnali di allerta che attivano le procedure di gestione della crisi, compresa l’interazione con l’Organismo di Composizione della Crisi (OCRI).
Strumento di Supporto per i Creditori: I creditori usano il DSCR per valutare il rischio creditizio e decidere se rinegoziare le condizioni del debito o richiedere garanzie supplementari.
Quali sono le caratteristiche di uno Scoreboard all’interno degli adeguati assetti organizzativi?
Indicatori Personalizzati per Settore: Gli indicatori sono adattati per riflettere le specificità di diversi settori economici (come manifatturiero, commerciale, tecnologico, ecc.). Questo è fondamentale poiché le soglie di rischio possono variare considerevolmente tra settori e sottosettori.
Gli indicatori settoriali offrono benchmark, cioè valori di riferimento, che permettono alle aziende di confrontare la propria performance con quella delle imprese simili.
Set di Parametri di Crisi: Lo Scoreboard include una serie di parametri chiave, come il margine operativo lordo (EBITDA), l’indice di liquidità, il rapporto di indebitamento e altri indicatori finanziari e patrimoniali.
Alcuni parametri sono stati progettati per individuare debolezze immediate (come la mancanza di liquidità), mentre altri osservano tendenze di lungo termine (ad esempio, la riduzione costante del margine di profitto).
Sistema di Allerta per l’Impresa: Lo Scoreboard può attivare segnali di allerta attraverso un sistema di colori o punteggi, che indicano quando l’impresa si sta avvicinando a una soglia di rischio. Ad esempio, un indicatore di liquidità che scende al di sotto di un certo valore potrebbe essere “segnalato” in rosso.
Questo sistema di allerta aiuta il management a prendere decisioni tempestive, come avviare una ristrutturazione o intensificare il controllo dei costi.
Aggiornamento e Revisione: Lo Scoreboard viene aggiornato regolarmente per rispondere alle evoluzioni del mercato e alle nuove sfide economiche. In questo modo, le imprese possono sempre contare su indicatori che riflettono lo stato attuale del settore.
Strumento di Supporto per l’OCRI: Lo Scoreboard è anche uno strumento di supporto per l’Organismo di Composizione della Crisi d’Impresa (OCRI), che può utilizzare questi indicatori per valutare le segnalazioni e assistere l’impresa nella prevenzione di crisi maggiori.